
Continueranno ad arrivare. Le torture, le sevizie, le frustate non li fermano. Il deserto, le montagne, la sete e la fame non li spaventano. E nemmeno il mare: anche se sanno di poter rimanere sul suo fondo per sempre, pensano che “per sempre” sia meglio che mai. Continueranno a sperare. Le leggi e i decreti scritti contro di loro non tarpano le ali dei loro sogni. I ricatti, gli sfruttamenti, i respingimenti non smorzano il loro disperato coraggio. E nemmeno l’odio: se lo prendono addosso senza lamentarsi, con la nonviolenza dell’indifeso. Allora dobbiamo andare a prenderli con le nostre navi militari, che sono per difesa e non per attacco; dobbiamo proteggere il loro viaggio e la loro pace; dobbiamo sottrarli alle carestie, ai conflitti, ai soprusi. Non abbiamo tanto tempo e le nostre lacrime e le nostre guerre, dopo, non serviranno a niente. È un dovere di umanità, il nostro, e farà bene prima a noi che a loro. Che, tanto, continueranno ad arrivare e a sperare. Nonostante noi.
© Paolo Izzo
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Sì, farebbe bene prima a noi che a loro ! E sono proprio queste opportunità che l’Italia non sa cogliere, così come la legalizzazione delle droghe leggere e la loro diffusione per uso terapeutico ed anche ludico, oppure della capillare diffusione delle nergie alternative, che ci danno l’idea di quanto siamo attualmente, ma da tanto tempo, incapaci di reazione, di prefigurazione di un Paese che vuole mordere il mondo e avanzarsi quale innovatore, ma anticipatore, di quel che comunque ha da essere e sarà. Se non a partire da quella che è di fatto la culla della cultura nel mondo, come, quando, dove ?