Io non festeggio (Revoca della santità 2)
Il prossimo 17 settembre, nello stesso giorno in cui a febbraio si commemora il rogo di Giordano Bruno, si festeggerà san Roberto Bellarmino. Forse non tutti sanno chi sia stato e forse oggi siamo troppo distratti dalle simpatiche uscite di Jorge Mario Bergoglio per voler ricordarcene, ma proprio al nuovo papa buonissimo si potrebbe chiedere che finalmente la Chiesa cattolica faccia ammenda del supplizio che inflisse al filosofo nolano. Per esempio revocando la santità a Roberto Bellarmino, il cardinale che sottoscrisse la condanna di Bruno a essere bruciato vivo e che poco ci mancò facesse fare la stessa fine a Tommaso Campanella e a Galileo Galilei. Una tale revoca sarebbe un bel segnale, anche se si comprende che creerebbe non pochi problemi al Vaticano, poiché altri Dottori dovrebbero seguire la sorte di Bellarmino: da quel santo di Agostino che nel 417 scriveva “la Chiesa raggiunge e perseguita i suoi nemici affinché sia annientata la loro vanità ed essi progrediscano nella verità” a quell’altro santo di papa Paolo IV che nel 1557, in piena Inquisizione romana, ebbe a dire: “Anche se mio padre fosse eretico, raccoglierei la legna per farlo bruciare sul rogo”.
© Paolo Izzo, Radicale – Roma