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Lo stadio di Ostia

14 giugno 2018

calcio_spiaggiaE venne un giorno in cui, durante una riunione dell’onesta giunta comunale, si levò una voce, quasi per scherzo: “e se lo stadio lo costruissimo a Ostia?”. Tra gli assessori corse un brivido, perché già si figuravano le orde di tifosi in fila con le loro auto sulla Cristoforo Colombo, saltellare festose sulle radici dei pini marittimi che gonfiano e sfondano l’asfalto. Ipotizzando le partite solo di domenica, si sarebbe potuto ovviare al “problema del traffico” con un blocco totale della circolazione, dirottando gli spettatori sul comodo ed efficiente trenino Roma-Lido. Tuttavia, dopo una concitata discussione, il problema principale si rivelò essere la scelta del luogo dove costruire lo stadio: l’ipotesi di un campo di gioco in riva al mare era affascinante, ma si scontrava con la realtà di dover occuparsi delle concessioni balneari, radicate da decenni sul litorale romano. Qualcuno, inavvertitamente, fece persino partire dei controlli sul territorio, per verificare la fattibilità del progetto, che però ebbero l’unico risultato di scoprire numerosi abusi edilizi. Partirono doverose, ma timide ruspe, che alla fine riuscirono a liberare soltanto una spiaggia, restituendola gratuitamente ai cittadini e donando a tutti la vista del mare, fino ad allora negata a Ostia. Alla fine lo stadio non si costruì, ma su quella spiaggia libera un giorno fu avvistato il Capitano che palleggiava con dei bambini sulla battigia.

© Paolo Izzo

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