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Il silenzio colpevole dei nostri occhi (2)

11 luglio 2012

Che un gommone pieno zeppo di esseri umani possa attraversare senza essere visto le poche centinaia di miglia marine che dividono la Tunisia dall’Italia, essere poi ricacciato indietro dai venti, che soffiano come un “respingimento”, e infine restare alla deriva per tanti giorni mentre muoiono tutti, uno ad uno, fino a cinquantaquattro… suona come un’enorme bugia: insostenibile menzogna di noi che stiamo a guardare senza voler vedere. In un pianeta dove i satelliti individuano isole grandi come francobolli o insediamenti militari da bombardare e dove telecamere posizionate ovunque possono contarti anche i peli del culo… In un pianeta dove i mari vengono solcati e inquinati da milioni di navi, traghetti, aliscafi, pescherecci e petroliere che trasportano e nutrono e fanno vivere noi benestanti turisti del mondo… è una enorme bugia che una imbarcazione che naviga per quindici giorni non venga avvistata; mentre su di essa e nel mare intorno, esseri umani muoiono a decine, dopo la tortura indicibile della sete, della disidratazione. E del silenzio colpevole dei nostri occhi.

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